La verità è che non esiste un paio di scarpe che possa essere definito il migliore, così come non esiste una pizza che sia la migliore in assoluto, per me è la margherita con le acciughe, mentre per ognuno di voi sarà diversa. L’importante però è che la pizza rispetti i parametri che definiscono universalmente una buona pizza: gusto, croccantezza, digeribilità, profumo, cottura… ecc.


Lo stesso discorso vale per le scarpe da trekking. Esistono dei parametri universali che definiscono una buona scarpa da trekking e da cui non possiamo prescindere ma poi la scelta ricade su ognuno di noi che dovrà acquistare quella che si adatta meglio alle proprie esigenze, alle caratteristiche del sentiero che andrà ad affrontare, alle condizioni climatiche ma anche e soprattutto all’etica che contraddistingue i brands che andremo a scegliere.

Di seguito alcune informazioni utili per guidarvi nella scelta. 

Suddividerò la scarpa in 3 parti fondamentali e poi parlerò un po’ della scelta del numero esatto così che, la prossima volta che ne acquisterete un paio, da noi oppure da qualche altra parte, saprete cosa cercare.

SUOLA

Innanzitutto vorrei premettere che tutti coloro che mi scrivono messaggi per chiedermi se per le Frattesi utilizziamo suole Vibram per realizzare le nostre scarpe, non hanno capito niente e sono soltanto vittime dei maestri del marketing che hanno inculcato loro l’idea che tutte le suole della Vibram siano incredibilmente cazzute a prescindere.

Mi spiego meglio, Vibram è market leader nella realizzazione di suole per le calzature da trekking e realizza alcune delle suole migliori al mondo (noi infatti utilizziamo soltanto le loro suole) ma, all’interno del loro vastissimo catalogo, ci sono anche un sacco di suole di merda che noi non ci azzarderemmo mai a montare su un paio di scarpe.

Quindi, non accontentatevi di avere una scarpa da trekking con suola vibram per sentirvi tranquilli, chiedetevi bensì quale suola della Vibram sia stata montata e soprattutto provate a capire quale tipologia si adatta meglio alle vostre esigenze.

SUOLE IN GOMMA
La più famosa è la leggendaria Block Montagna, una suola interamente realizzata in gomma che offre una grandissima durabilità, è quella che usiamo nella nostra Fighetta e Classica per capirci.

PRO

  • Non le finisci più
  • Grip spettacolare su quasi tutti i terreni
  • Carrarmato molto profondo
  • Abbastanza flessibile 

CONTRO

  • Sono più pesanti delle altre
  • Sulle rocce bagnate scivolano un po’
  • Mescola molto dura, devono essere compensata da una soletta interna molto morbida

SUOLA IN MICRO

Se prendete in mano un paio di scarpe e vi accorgete che sono leggerissime, molto probabilmente la suola è di questo materiale anche se, vista la scarsissima durevolezza, pochi produttori la usano per scarpe da trekking serie.

PRO

  • Molto leggera
  • Ottimo grip su tutti i terreni, incluse rocce bagnate
  • Molto morbida, quindi molto comoda
  • Molto flessibile

CONTRO

  • Si consuma molto, molto velocemente
  • E’ la suola perfetta per gli anziani 😂

SUOLA IN MICRO + GOMMA
E’ il compromesso che la maggior parte dei produttori di scarpe da escursionismo sceglie perchè si piazza esattamente a metà tra i pro e i contro delle altre 2 tipologie di suole.
La pecca più grande è però il prezzo di acquisto di questa suola che è all’incirca il doppio rispetto alle altre e quindi le scarpe che montano questa suola costeranno di più.

PRO

  • Abbastanza leggera
  • Ottimo grip su tutti i terreni
  • Abbastanza morbida, quindi comoda

CONTRO

  • Carrarmato solitamente poco profondo
  • Usura accettabile ma non eccellente
  • Abbastanza flessibile
  • Talvolta la parte in micro si spezza dopo qualche anno

FODERA

La fodera è quel materiale che viene inserito all’interno della scarpa e che aggiunge un ulteriore livello di isolamento al materiale esterno della tomaia. In passato le scarpe venivano foderate in pelle di vitello ma, dalla fine degli anni ‘70, con l’invenzione del GoreTex e delle membrane equivalenti, si è iniziato ad utilizzare questi materiali sintetici per foderare le scarpe da utilizzare in condizioni estreme perchè offrono prestazioni di gran lunga superiori..

Esistono diverse tipologie di membrana ispirate all’idea di Wilbert Gore del 1976, tutte con i propri pro e contro ma che sono caratterizzate dalla stessa funzione che è quella di impedire all’acqua di entrare e di permettere al vapore generato dal nostro corpo di uscire così da evitare che la condensa all’interno del nostro piede faccia abbassare troppo la temperatura all’interno della scarpa.

Esempio di membrana traspirante e impermeabile

Senza entrare nel dettaglio di come queste membrane funzionino meccanicamente, ci terrei a sottolineare che la cosa più importante e che, nel momento in cui andate a comperare un paio di scarpe da trekking, vi accertiate che una membrana tra quelle che elenco sotto sia stata utilizzata per la fodera. Ognuna di esse si differenzia lievemente dalle altre per aspetti tecnici, esteriori o di prezzo ma tutte offrono la garanzia di una protezione eccellente contro gli agenti atmosferici.

Se le scarpe che state considerando non utilizzano nessuna di queste membrane, io personalmente non le acquisterei perchè, a differenza di ciò che si pensa, l’impermeabilità di una scarpa è dovuta soprattutto dal tipo di fodera.
Gore-Tex
Sympatex
OutDry
WindTex(noi utilizziamo questa per le Frattesi perchè è quella che noi riteniamo migliore)

MATERIALE TOMAIA

Il materiale esterno è la parte più visibile della scarpa e definisce l’aspetto esteriore della stessa, oltre ad avere caratteristiche che ne definiscono la performance.

Come per le suole, esistono centinaia di tipologie di materiali, ognuno dei quali, a detta dei produttori, promette miracoli durante le vostre camminate. Il fatto è che a mio avviso, il materiale esterno di una scarpa da escursionismo, non è così importante come la gente è portata a pensare perchè ciò che conta veramente in una scarpa sono la suola, la fodera e la tecnica di montaggio.

Le cose da considerare nel momento in cui si andranno a considerare i diversi materiali all’esterno sono fondamentalmente 4:
elasticità, leggerezza, robustezza, aspetto esteriore.

Di seguito elenco alcuni dei materiali più comuni e i pro/contro di ognuno.

 

TOMAIA IN PELLE

PRO

  • Molto elastica, (si adatta al piede un po’ come fanno le scarpe da calcio)
  • È un materiale 100% naturale
  • Più bella di un materiale sintetico
  • Più invecchia, più diventa bella

CONTRO

  • Ha bisogno di manutenzione (grasso/crema)
  • Si graffia facilmente se a contatto con rami appuntiti e rovi
  • Costa di più dei materiali sintetici
  • Pesa di più dei materiali sintetici


TOMAIA SINTETICA (cordura, gore-tex, grosgrain…)

PRO

  • Costa poco
  • Antigraffio
  • Molto leggera
  • Non necessita di alcuna manutenzione

CONTRO

  • E’ fatta con il petrolio
  • Poco elastica

QUALE NUMERO SCEGLIERE?

Una delle cose più importanti nel momento in cui si va a scegliere una scarpa da trekking con cui si percorreranno centinaia di kilometri in condizioni avverse, è senza dubbio la scelta del numero corretto, ovviamente l'opzione migliore è quella di acquistare scarpe su misura.

I parametri nella scelta del numero corretto ovviamente variano da persona a persona, quindi di seguito vi offrirò dei consigli generali per la scelta della taglia giusta:

1. Quando si va ad acquistare una scarpa da trekking, è essenziale portare con sè i calzini che si andranno ad utilizzare durante le passeggiate.
Io consiglio sempre ai miei clienti calzini molto spessi sia in estate che in inverno per diversi motivi:

- permettono di avere una maggiore distanza tra il piede e l’esterno della scarpa, quindi permettono un maggiore isolamento sia con il caldo che con il freddo


- avendo uno spessore importante offrono un maggior comfort e un maggiore “effetto cuscino” che mitigherà gli impatti sulla schiena e sulle articolazioni


- offrono una maggiore traspirazione perchè all'interno della scarpa circola più aria


2. Indossare le scarpe per diversi minuti e se possibile, testarle su diversi terreni, sia duri che morbidi.

3. Allacciare i lacci molto stretti e fare un test in discesa per constatare che, quando la forza di gravità spinge il nostro piede in avanti, l’alluce non vada a forzare troppo sulla punta della scarpa. L’ideale è che in una discesa mediamente ripida, la punta del piede tocchi appena la punta della scarpa.

4. L’ultima cosa da valutare è che la caviglia non si muova quando camminiamo, se ciò accada significa che la scarpa è troppo grande oppure che non è stata allacciata correttamente. Se la caviglia si muove sarà molto probabile la formazione di fastidiose vesciche nella parte alta del tallone.

Con l’immagine delle vesciche mi sento di concludere questo articolo del blog, sperando che abbiate tratto informazioni utili all’acquisto delle scarpe che permetteranno di fruire la natura nel migliore dei modi.

Se per caso doveste avere ulteriori dubbi o domande, non esitate a scriverci e proveremo ad aiutarvi, ovviamente con la nostra schiettezza e semplicità e senza raccontarvi troppe cazzate.

Buone passeggiate!

 

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